Oggi, una giornata come tante altre, mettendomi a lavorare accendo il computer e inizio subito a navigare in internet per cercare ispirazioni utili alla grafica che sto per fare. Appena si apre la pagine di Chrome mi blocco: c’è qualcosa di diverso, di strano. Mi accorgo che il logo di Google ha qualcosa, ma non è un doodle come spesso siamo abituati a vedere, non ha niente di così strano, fuori posto o animato. Capisco dopo qualche istante che il logo è stato rinnovato, apro la pagina relativa e inizio ad essere bombardato da video, immagini, articoli e informazioni su questo restyling. Tutto questo, per me che sono grafico, è qualcosa di meraviglioso. Quindi senza accorgermene mi ritrovo a guardare video ed immagini su questo nuovo logo e mi domando “Come mai un’azienda, grande o piccola che sia, è portata a riprogettare il proprio logo, quel segno grafico con cui si era identificata nel mondo fino ad all’ora?”. Immediatamente mi viene in mente un paragone: come le case, i palazzi e le ville storiche vengono ristrutturati e spesso rimessi a nuovo, così anche le aziende ristrutturano la propria immagine, la loro veste grafica per renderla più attuale, fresca ed appetibile al pubblico, alla gente che le vedono e le guardano.
Sito dopo sito, immagine dopo immagine la mia curiosità si alimenta sempre di più così mi chiedo “Quali aziende in questi ultimi anni hanno fatto il restyling del loro logo?”, per capire il criterio con cui avviene un restyling come quello della Google. Ho trovato quindi questi esempi molto interessanti.
Da queste immagini si capisce molto bene che nella grafica, così come anche nel design del prodotto, il nostro occhio e gusto estetico sta virando verso una sempre maggior semplificazione dei contenuti, che siano segni grafici o forme materiche. Il tanto rinomato “minimal” non è nient’altro che l’estremo di questa concezione e di questo metodo di strutturare le cose. Tanto per citare qualcuno che di questo ne ha fatto uno stile di vita, Steve Jobs diceva “Less is more”. Di questo ne sono convinto e se ne sta convincendo anche il mondo vedendo come stanno evolvendo i loghi e i prodotti, volgarmente detti, di design. Si sta tornando all’essenziale, a mantenere solo ciò di cui c’è bisogno e che a livello estetico appaga gli occhi…senza fronzoli e ghirigori…tanto che il font usato dal nuovo logo di Google, non a caso, è un “sans serif” (=senza grazie).
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